Unica e incredibile India: o si odia o si ama
L’India, quanti bei ricordi. Ancora ho in mente la prima volta che sono partito per questo stato super popolato in Asia. Era il 2010 e dovevo recarmi a Mumbai per lavoro. Certo, magari alcuni penseranno che non è un vero e proprio viaggio se lo si fa per lavoro e in parte sono d’accordo. Ma, nonostante il tempo risicato per visitare i luoghi vicini alla città, ho avuto il piacere di vivere dei momenti indimenticabili e unici, del tutto particolari. Quando sono salito sull’aereo col passaporto e il biglietto in mano ero agitato e l’emozione mi faceva tremare letteralmente le braccia. Ero curioso di vivere questa esperienza lavorativa di pochi giorni senza sapere che, da lì a pochi anni, mi avrebbe cambiato la vita. Unica e incredibile India: o si odia o si ama.
Particolare arrivo a Mumbai
Arrivo a Mumbai e l’autista della ditta per la quale devo fare il lavoro mi sta aspettando all’uscita dell’aeroporto. Salgo in auto e subito capisco che sono in un altro mondo: il lato guida è a destra e io non mi ricordavo. La musica tipica indiana mi rilassa, ma basta poco perché questo senso di calma se ne vada. Arriviamo in una strada che dire trafficata è poco. Credo che nemmeno la tangenziale di Milano nei giorni peggiori possa reggere il confronto. Ma non è tutto. Ecco la prima rotonda e il suono dei clacson, credo qualche centinaio, creano il sottofondo. Mi guardo a destra e a sinistra sperando che tutto fili liscio e qualcuno ci lasci entrare. Il peggio è andato, in qualche modo entriamo nella rotonda a mo di Tetris e un motociclista poco distante da noi si ferma nel bel mezzo del traffico impazzito: giustamente è sceso per raccogliere il telefono cellulare che aveva perso. Iniziamo bene.
I sapori e il cibo piccante
Arrivo in hotel e dopo una bella doccia sono in sala pranzo. Il menu è a buffet e decido di assaggiare un po’ di tutto anche perché amo provare piatti nuovi. C’è il Kashmiri Aloo Dum, il pollo Tikka Masala, il pollo Tandoori e l’immancabile riso con varie salse. Sono tutti piatti ricchi di spezie e che inondano il palato con un’esplosione di sapori mai provati prima. Non sono abituato a cibi così piccanti, ma sono davvero deliziosi. Al termine del pranzo, prima di tornare in camera, assaggio il Supari pan masala, una miscela di semi che viene offerta alla fine dei pasti e che può contenere finocchio, anice o cumino. La sua funzione è quella di aiutare la digestione e profumare l’alito.
La differenza tra ricchezza e povertà
Il giorno seguente, dopo aver fatto colazione, mi preparo per recarmi presso l’azienda. Davanti ai miei occhi si presenta qualcosa di mai visto prima. Ci sono Ferrari e altre auto di lusso fuori dall’hotel e pochi metri più in la ci sono alcune persone che mendicano e rovistano tra i sacchetti a bordo strada. È incredibile quanta disparità ci sia in poco spazio, e tutto sembra seguire un suo ciclo naturale. Sulla strada polverosa, in periferia, molta gente vive in catapecchie che sono delle piccole tende e nemmeno ben fatte, tenute assieme da lamiere e qualsiasi altro oggetto trovato per strada. Le vacche, che qui sono sacre, camminano vicino ai negozi incuranti di ciò che le circonda. I cani randagi fanno lo stesso mentre cercano cibo o si sdraiano dove più gli fa comodo.
Ma il sorriso ha lo stesso significato ovunque
Amo viaggiare perché credo sia una scuola di vita: poter conoscere altre culture e vivere realtà diverse dalla mia. Ciò che per me è strano, per chi la vive da sempre non lo è. Chissà cosa avranno pensato di me? Magari ero io quello strano? Cosa è giusto e cosa è sbagliato in una società? Nessuno potrà mai rispondere in modo esaustivo a questa domanda. È necessario aprire il proprio punto di vista, ma sicuramente una cosa la so e l’ho capita: il sorriso ha lo stesso significato ovunque!
Disfruta tu Vida
Enrytraveller
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